Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale (CBT)

La psicoterapia cognitivo comportamentale (TCC) o in inglese Cognitive Behavioural Therapy (CBT) è uno specifico orientamento della psicoterapia. Nasce negli anni '60 con Ellis e Beck e negli anni successivi si è arricchita sempre più di tecniche fornendo la base per lo sviluppo di nuovi approcci. La terapia cognitivo comportamentale è oggi molto diffusa ed è considerata una modalità di trattamento dimostrata valida ed efficace, dal punto di vista scientifico, da una considerevole e consolidata mole di ricerche evidence-based di carattere internazionale. Tale orientamento raggruppa al suo interno molteplici teorie, modelli di funzionamento psicopatologico, protocolli e tecniche di trattamento, che tuttavia presentano caratteristiche comuni. In termini generali, la psicoterapia cognitiva e comportamentale spiega il disagio emotivo attraverso una complessa relazione di pensieri, emozioni e comportamenti. Gli eventi influenzano le nostre emozioni ma pensieri e comportamenti determinano la loro intensità e la loro durata. Ognuno di noi ha modalità tipiche di pensare e agire che possono produrre malessere e questi sono il bersaglio della psicoterapia cognitiva comportamentale. Spesso non siamo consapevoli dei nostri schemi e delle nostre abitudini dannose, la psicoterapia cognitivo comportamentale ha lo scopo di individuarli e modificarli. La psicoterapia cognitivo comportamentale agisce quindi su emozioni, pensieri (o schemi cognitivi) e comportamenti in modo attivo.

Trauma Dissociazione EMDR Mindfulness Sensorimotor Attaccamento


Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/2015/11/disturbo-acuto-stress-cbt/

Come funziona la Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

La Psicoterapia a tre fasi:

Stabilizzazione e riduzione dei sintomi: La disregolazione degli stati emozionali e di arousal (attivazione corporea) è un problema, spesso grave nei pazienti con traumi complessi e puo essere considerata uno dei segni distintivi di avvenuta traumatizzazione. Compito primario di cura è la stabilizzazione (fase 1 della terapia del trauma), evitando che il paziente esca dalla finestra di tolleranza. Come succede per una utile cassetta degli attrezzi, la Psicoterapia Sensomotoria offre varie modalità per espandere la finestra di tolleranza, aumentandone l'ampiezza e permettendo così al paziente di avere una maggior tolleranza di sensazioni, emozioni e ricordi e pensieri legati al trauma, riuscendo sempre meglio ad evitare gli stati di franca disregolazione dell arousal. Una finestra più ampia significa anche la possibilità di mantenere un buon livello di mindfulness anche a fronte di sensazioni intense, come quelle evocate dalle componenenti traumatiche.

Una volta che il paziente ha acquisito una maggiore stabilità, maggiori risorse si può accedere alla fase di elaborazione del trauma. Attraverso una condivisione, il paziente e il terapeuta formaulano un piano terapeutico per decidere cosa trattare e in che modo. A volte è necessario lavorare anche sulla riduzione della dissociazione. La scelta di quali strumenti terapeutici (CBT, EMDR, Psicoterapia Sensomotoria) avviene all'interno di una personalizzazione del percorso. Sia nella prima fase della stabilizzazione che nella seconda fase dell’elaborazione del trauma, ma soprattutto nella seconda, si giunge ad una significativa diminuzione dei sintomi del trauma, così come di una progressiva integrazione delle parti dissociate.